Arequipe o Dulce de Leche

Quando eravamo a Bogotà vivevamo in un alloggio con cucina e quindi i pasti li preparavamo in casa. Il giorno dopo il nostro arrivo ci siamo recati nel supermercato più vicino per acquistare le provviste essenziali. Stando un mese poi abbiamo girato anche ipermercati più grandi e più forniti ma, muovendoci quasi sempre a piedi o in taxi ,non facevamo mai la spesa grossa, prendevamo l’essenziale per due o tre giorni.
All’inizio fare la spesa è stato difficile perché ti trovavi davanti prodotti sconosciuti a cui non sei abituato. Quindi siamo andati sul semplice, poi abbiamo piano piano spaziato e provato cose nuove. La pasta è ormai diffusa in tutto il mondo quindi è stata la prima cosa che abbiamo comprato. La pasta la trovi sia di marche italiane (Barilla, Agnesi, anche se costa un po' di più), sia di marche colombiane che tutto sommato non sono così pessime se fai attenzione a prendere quella fatta con semola di grano duro. Mentre invece è difficile trovare il passato di pomodoro. Si trova infatti solo il concentrato di pomodoro, che vendono in barattolo, in busta, in tubetto, in tutti i modi possibili. Io ho comprato quello in barattolo che mi è durato praticamente tutto il mese. Per fare il sugo lo allungavo con l’acqua ma per togliere il gusto forte dovevo usarne poco.
L’acqua la trovi quasi solo naturale mentre quella gasata se la trovi (non tutti i supermercati la tengono), solo di una marca famosa che fa bibite gassate e solo in bottiglie da 75 cl. Io che sono abituata a bere quella gasata ho faticato un po', mio marito e mia figlia invece bevono naturale e quindi per loro non c'è stato problema.
In tutti i supermercati poi trovi le mega confezioni risparmio di tantissimi prodotti a cui noi italiani non siamo abituati. Uova da 48 pezzi, riso da 5 e 10 kg, l’acqua nei bidoni, che ha un senso perché così risparmi molto in imballaggio e anche un po' nel prezzo. Certo che però fare la spesa aiuta a farsi i muscoli soprattutto se poi devi portarti tutto a piedi nelle borse.
Non conoscendo molto lo spagnolo poi sono capitati fraintendimenti, come per esempio quando ho comprato una bottiglia di Aceite senza soffermarmi troppo sull’etichetta pensando fosse Aceto e invece era Olio.
Mia figlia invece ha iniziato a chiedere l’Arequipe. Prodotto a noi sconosciuto. Solo dopo qualche giorno abbiamo capito che si trovava al supermercato perché C.A. ci ha trascinato nella corsia giusta e ce lo ha indicato. Comprato e assaggiato. Lei ne va matta... noi un po' meno perché è dolcissimo. Da allora sono passati due anni e mi sono fatta una vera cultura sull’Arequipe.
L’Arequipe o Dulce de Leche (dolce al latte) è una crema, cha ha origine forse in Europa o forse in Argentina, ed è un dolce tradizionale dei paesi latino americani. In Colombia è noto appunto con il nome di Arequipe ed è consumato come la nostra Nutella.
Sostanzialmente è latte condensato. A differenza però di quello che mangiavo io da bambina che era bianco, per l’Arequipe lo zucchero viene messo in cottura con il latte e la cottura gli fa assumere il tradizionale colore marroncino. Il gusto è quello delle caramelle Mou, dolcissimo.
C.A. lo mangia a cucchiaiate o spalmato sul pane, ma lo si può usare come tutte le creme dolci come guarnizione o per dolcificare.

Tornata in Italia ho provato a farlo, la ricetta si trova su internet qui e qui, ma non è rimasto molto cremoso, ha assunto più una consistenza granulosa. Ho scoperto però che nel supermercato dove faccio la spesa si trova nel reparto dei prodotti dal mondo vicino al coconut butter con il nome di Andino e così ora C.A. fa colazione spesso con pane e Arequipe. Si può acquistare anche on-line sui siti di prodotti dal mondo o su Amazon.
Per lei non è solo mangiare qualcosa che le piace, ma anche un legame con la sua infanzia in Colombia e con i sapori a cui era abituata.